Sono molti i politici della prima repubblica che godono di grandi benefici in termini di vitalizi nonostante il crollo costante delle buste paga dei lavoratori e l'aumento del tasso di disoccupazione. Le pensioni, che una volta permettevono ad un lavoratore medio di poter vivere serenamente il resto della vita oggi, mediamente, non superano i 1500 euro. Eppure c'è ancora chi, invece di sentirsi un super privilegiato continua ad ostentare il suo status di “politico immortale”. Una sorta di Jurassik Park, quello che verrà esibito questa sera a Martignacco, piccolo paesino del Friuli Venezia Giulia. Politici trasmigrati senza vergogna dalla sinistra alla destra, per poi tornare a sinistra e guardare a destra inventando la ricerca di un grande centro. E così l'ex socialista Ferruccio Saro, già sindaco per 10 anni a Martignacco, consigliere regionale dal 1983 al 2001, parlamentare dalla XIV° alla XVI° legislatura, questa sera parlerà di come è cambiata l'Italia negli ultimi 50 anni. Dal 1988 al 1992 è Assessore regionale all'industria. Dal 14 gennaio 1992 al 4 agosto 1993 è vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia e Assessore all'Industria per il Psi nella Giunta di Vinicio Turello (Dc). Dal 22 marzo 1993 è Assessore regionale al Lavoro, Cooperazione e Artigianato. È stato capogruppo in consiglio regionale e segretario regionale del Partito Socialista dal 1985 al 1992. È stato quindi capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale dal 1998 al 2001 e segretario provinciale dal 2001 al 2003. Intanto ve lo spieghiamo noi cosa è accaduto in Italia negli anni in cui la prima repubblica imperava. Sono trascorsi 33 anni dal 1992, da quando “Mani Pulite” scoppiò fragorosamente con l’arresto a Milano di Mario Chiesa. Lì, tra i protagonisti di quella storica vicenda, c’era anche l’ex generale dei carabinieri Roberto Zuliani, ora sindaco di Mortegliano che dialoga con i sopravvissuti di quella prima repubblica. Anche in Friuli la Dc, il Psi e gli altri del pentapartito trentatrè anni fa uscirono dalla scena politica con l’onda di Mani pulite, più o meno colpiti e affondati. Sono i primi anni Novanta e anche in Friuli, sponda Pordenone, il cosiddetto tintinnare di manette sfonda sui media esattamente con la stessa potenza espressa dal pool di Mani pulite a Milano. Il primo nostro “Di Pietro” si chiama Raffaele Tito, ex ufficiale della Finanza sostituto procuratore in riva al Noncello (è rientrato a a Pordenone come procuratore capo dopo essere passato anche dal pool milanese, ora è a Verona). Il meccanismo è rodato: finiscono in cella i primi imprenditori e poi, a seguire, i politici. Non si contano gli indagati, i processi nei loro gradi di giudizio tra condanne in primo grado, assoluzioni e prescrizioni in Appello eccetera, i risultati delle inchieste: quel che è sotto gli occhi di tutti è che pure in Friuli l’onda dell’ipotizzata corruzione spazza pian piano la classe politica. Appalti, tangenti, imprenditori e politici di vario livello, anche portaborse: tutta gente che più o meno, a trent’anni da quello tsunami, ha ricoperto o ricopre ancora cariche di rilievo in strutture pubbliche e private. Poi, come detto, ogni processo avrà una sua storia, anche a lieto fine per alcuni. Udine adotta un’altra strategia in linea generale, ritenendo che gli imprenditori siano costretti a pagare le tangenti ai politici e quindi concussi e non corruttori a loro volta.Mani pulite a Udine è seguita dal compianto procuratore Giorgio Caruso e dall’allora sostituto Giancarlo Buonocore, quindi anche dai colleghi Luigi Leghissa e Paolo Alessio Vernì, quest’ultimo passato all’autorità inquirente (e da diversi anni di nuovo al giudicante, dove presiede la sezione penale del tribunale udinese) dopo essere stato il Gip che a Tolmezzo mise il sigillo su un altro procedimento storico: quello dell’allora sindaco di Gemona Ivano Benvenuti, arrestato e poi assolto. Stessa sorte (anzi con l’archiviazione) per Vito Anselmi a Tarvisio e sicuramente fanno storia gli oltre 30 procedimenti finiti tutti nel nulla collezionati da Ervino Roserwirth. Sulla politica e sulle accuse mossegli, Biasutti diceva sempre di non aver commesso illeciti diversi da quello che era il sistema di finanziamento dei partiti, senza mai mettere in tasca una lira. «Se ci sono state anomalie – diceva Campeis usando le parole del cliente – erano del sistema e non mie: pago il mio prezzo senza tirar dentro nessuno». Molti politici, fra cui Ferruccio Saro, oggi godono legittimamente di vitalizi vari. Dalle ultime pubblicazioni appare che Ferruccio Saro avrà preso atto della deriva del centrodestra, che fra i primi aveva profetizzato, dopo aver inventato Progetto Fvg, ma ogni mese, per effetto di una presenza costante nelle istituzioni, a Trieste e a Roma, gli arrivano due bonifici: uno da circa 5mila euro (6.202 lordi), l’altro da 4.479. Quasi 10mila euro netti, in sostanza, di superassegno vita natural durante. Il già consigliere regionale, deputato e senatore di Martignacco è il più ricco dei 10 ex della politica del Fvg beneficiati dal doppio vitalizio di piazza Oberdan e del Parlamento. L' avvocato Bruno Malattia, indiscusso principe del foro che per anni ha difeso e fatto patteggiare decine di indagati eccellenti di Tangentopoli, oggi è Presidente della Fondazione Friuli, la più grande confraternita dei poteri forti.
