Il Presidente dell'Asp La Quiete, Alberto Bertossi, nonostante un quinquennio decisamente soporifero, si appresta ad impacchettare i regali di fine mandato. Il più prezioso è senza dubbio la cessione del Centro Polifunzionale Micesio all’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale che ha promesso ne farà un centro per le persone con problemi psichiatrici e disturbi alimentari. Gran bella boccata d’ossigeno per le casse della Quiete ma anche un bel “pacco” per l’assessore comunale Stefano Gasparin (Pd) già Consigliere, Vice Presidente e poi Presidente della stessa Quiete nonché storico dipendente pubblico con incarico di “gran cerimoniere della Regione Fvg” dove impiega buona parte del suo tempo a catalogare quadri, comprare bandiere, assegnare parcheggi. Gasparin ha sempre avuto un grande attenzione per il Centro Micesio quando gravitava nel Cda della Quiete, anzi, ad essere precisi, all’immobile più che al suo contenuto. Si spese molto, in tempi non recenti, nel convincere il cda della Quiete (allora retto dallo scomparso Gabriele Renzulli) a modificare l’urbanistica di acceso alla struttura di Via Micesio per favorire il vicino di strada Pilosio. Incontri su incontri, inviti di funzionari comunali, spinte su spinte di Gasparin per andare incontro ai bisogni del privato, anche a costo di penalizzare l’accesso al Centro Diurno, Centro Polifunzionale e Casa albergo I Faggi – tutte strutture contenute nel medesimo terreno di Via Micesio.
Gasparin nominato assessore ai servizi sociali dal sindaco Alberto Felice De Toni nel maggio 2023 torna a interessarsi della Quiete sebbene l'Asp abbia personalità giuridica propria. E non certo come affezionato visitatore. Come gli è consueto infatti, raccontano alcuni consiglieri del cda la sua presenza è spesso tutto meno che istituzionale e garbata. Nulla di nuovo per l'ex segretario di Danilo Bertoli, Ivano Strizzolo e Gianfranco Moretton, che in anni di amministrazione della Quiete si era distinto per l’ingerenza aggressiva, l’entrata a gamba tesa in questioni lontane dal suo mandato, gestione della carica istituzionale gretta e chiare manifestazioni di disgusto per l’essenza del luogo che stava governando. E quindi non c’è tempo da perdere; e qui comincia lo strategico gioco dell’Assessore. Un paio di dettagli: ricordiamo che l’area di Via Micesio è di proprietà della Quiete (Ente Pubblico) e all’interno della stessa area trovano posto il Centro Diurno per non autosufficienti “Micesio”, la Casa Albergo I Faggi e il Centro Polifunzionale.
Il Centro Diurno che ospitava 30 anziani non autosufficienti, non è stato più riaperto dopo il Covid. Nel 2023 – terminata ufficialmente la pandemia, il centro rimaneva paralizzato. Strana decisione visto che tutti gli altri centri hanno riaperto. La Casa Albergo I Faggi è stata fulmineamente svuotata di tutti gli ospiti anziani presenti. E siamo a gennaio 2024. Ovviamente non l’hanno presa bene, visto che lo sfratto è stato comunicato con un preavviso ridicolo, trattandosi di persone anziane si ma non sempre disposte ad andare in casa di riposo. Il Centro Polifunzionale era affittato al Comune di Udine che lì ci aveva collocato una serie di sedi di associazioni e servizi. Lì trovavano spazio la Prosenectute, il Salotto d’argento, gli “Amici del teatro”, Attivalab, SUSSA, ANMAR, ANDOS, La Tela, ecc. Un posto centrale nella città, facilmente raggiungibile, accessibile ai disabili, con parcheggio interno. Ma l’assessore Gasparin ha pensato che si può fare meglio: fuori tutti. Prosenectute va in Via Cussignacco, il Salotto D’Argento in Via Cividale, gli Amici del Teatro in Via Gemona, Attivalab in via Porzus, Sussa in Viale Duodo, Anmar in Via Cussignacco, La Tela in Via Brigata Re e via così, con il benestare dell'inconsapevole happy sindic. Guardando quindi la situazione: tutte le tre aree sono vuote e libere. Svuotate dal destino o dalla volontà di qualcuno di renderle dismissibili. E vendibili. Il grande progetto di Gasparin di trovare nuove sedi alle associazioni, di scoraggiare la riapertura del Centro Diurno, di accendere allarmi e premonire disgrazie se I Faggi continuassero a vivere, è compiuto.
Ed ecco che, sul più bello, arriva lui: Alberto Bertossi a mettere un bel fiocco sulla scatola vuota. Convoca il Consiglio di Amministrazione e vota la vendita della scatola all’Azienda Sanitaria. Operazione che si compie rapidamente visti gli ottimi rapporti fra Bertossi e il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Friuli Centrale, Denis Caporale e il potentissimo assessore regionale alla sanità Riccardo Riccardi. Alberto Bertossi è un dirigente di Forza Italia, così come Riccardo Riccardi. Va poi detto che il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni in un recente incontro con i vertici della sanità regionale si era espresso favorevolmente rispetto all'idea di cedere l'immobile di via Micesio. Gasparin infuriato. Sarà che aveva già pronto un acquirente diverso? O magari progetti di investimento diversi che, tra l’altro, non sono mai stati esibiti perché “non pare buono” lo faccia un assessore, di sinistra poi. Brucia ancora di più che Bertossi abbia venduto ad ASUFC con un progetto rivolto ai deboli e fragili della società del tutto in linea con la identità dell’Azienda che presiede: difficile dire che è un cattivo affare visto anche il risanamento delle casse della Quiete. Impossibile che a dirlo sia un assessore di sinistra per decenni nella amministrazione della stessa Asp. E a proposito di ingerenze: il bruciore si è ancora più acuito nel vedere che neanche il voto contrario in cda della pasionaria sinistrissima Cavallo (che da anni si rifiuta di rispondere al telefono della nostra redazione) è servito a nulla se non a manifestare a Gasparin la totale fedeltà, in previsione del prossimo rinnovo del Cda. Spiacerà alla consigliera Cavallo scoprire che tanto sostegno al nobile Gasparin non le sarà utile, specie se per un posto in cda si è giocata la reputazione politica e personale, bruciando anni di lavoro nel sociale e nella vicinanza ai più deboli. E Bertossi completa i regali di fine mandato. Tuttavia, mentre tutto sembra essere andato come doveva andare, scoppia la grana di fine mandato per Bertossi: l'inadeguatezza delle cucine, la mancanza di pulizia di carrelli e contenitori, i pasti giudicati pessimi non solo dagli anziani ospiti che pagano delle rette consistenti ma anche dalle tante operatrici imbarazzate a somministrare certe pietanze. E con Bertossi, a dover spiegare la pessima qualità del cibo c'è anche il restante cda dell'Asp La Quiete, tanto con la bandierina di destra che con quella di sinistra.
